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MARZO 2017 - A VOXE DU CAMPANIN

11.03.2017 19:13

RICORDATA LA SHOAH NELLA SCUOLA PRIMARIA

Tre classi della Scuola Primaria di Varazze, e precisamente della 4^ e 5^, hanno ricordato, giovedì 25 febbraio u.s., il dramma della Shoah, rievocato nell’aula magna dell’istituto “Giuseppe Massone”, a cura dell’associazione U Campanin Russu con presentazione dell’Assessore alla Cultura Mariangela Calcagno. Con una attenzione che fa onore agli alunni e alle rispettive insegnanti, Mario Traversi, Giovanni Ghione, Anna Persico e Roby Ciarlo si sono alternati nella spiegazione di quanto avvenne con l’applicazione delle famigerate Leggi razziali del 1939, soffermandosi sugli articoli riguardanti la scuola e su testimonianze inerenti ai campi di concentramento esistenti in Liguria, soprattutto nel savonese. È stato un incontro di generazioni, preludio del cambio di testimone che i ragazzi di oggi dovranno afferrare ben saldamente per vincere la staffetta della vita affinché non si ripetano i tragici errori di un passato che gli anni non cancelleranno mai. Ci auguriamo che questa e altre importanti memorie che hanno attraversato la nostra storia, continuino ad essere ricordate con l’appoggio indispensabile del corpo insegnante, al quale rivolgiamo un sincero ringraziamento per la sensibilità dimostrata nell’accettare e promuovere detta iniziativa, pronti a dare il nostro contributo di associazione e di cittadini per altre manifestazioni che possano arricchire la conoscenza dei nostri giovani ed evitare così che non abbiano a ripetersi gli errori e gli orrori che hanno contrassegnato il nostro discutibile passato.   

LE NAVI DI VARAZZE ALLE CROCIATE

Oggi il nome di Dondo degli Infanti non dice nulla alla moderna Varazze, ma nel 1200 questo nostro concittadino, costruttore navale, attraverso l’intermediazione di Guglielmo Calcagno (altro varazzino e Cancelliere della Repubblica di Genova), impostò quattro grandi bastimenti per la crociata che stava preparando Luigi IX re di Francia. Due di questi furono costruiti sulla spiaggia del Borgo e gli altri due al Solaro. Le navi avevano due “paradisi (*) e tre coperte; la prua era munita di un grande ferro (probabilmente una specie di rostro, n.d.r.), “così come usavano i ladri di mare cattivi (questa la dicitura pervenutaci) e una era tanto lunga che arrivava sulle mura del Borgo, tantoché gli uomini di guardia sulla torre vicina scambiavano con i carpentieri quel pane cotto con l’olio che è chiamata focaccia). Dondo era un uomo non facile, con un vocione che incuteva rispetto, aveva occhi neri e la barba incolta come i capelli e quando era in collera creava il vuoto attorno a sé. Soltanto la moglie Benedetta, che amava moltissimo, sapeva tenerlo a bada e davanti a lei diventava un agnello (così raccontano le cronache). Le quattro navi allestite per la crociata furono battezzate solennemente dal vescovo di Betlemme, a quell’epoca a Varazze, presente la popolazione di tutto il circondario e parecchie galee giunte da Genova a significare l’importanza dell’avvenimento. Varazze ha dedicato Dondo degli Infanti una via nella zona alta dei Cappuccini (in un primo tempo l’attuale piazza Dante.)

TESSERAMENTO 2017

Si ricorda che presso la sede de “U Campanin Russu”, in via S.G. Bosco n.34 (ex scuola Valli), è in corso il tesseramento per l’anno 2017, ogni martedì dalle ore 17 alle ore 19 (orario invernale) e dalle ore 21 alle ore 23 (orario estivo). Rinnovare la propria adesione o farsi nuovo socio di quest’associazione che dal 1950 persegue la difesa del patrimonio culturale e storico di Varazze, i suoi usi e costumi, l’ambiente e quant’altro ci riporta alla promozione di una città che si vuole ancora e sempre degna del suo illustre passato e proiettata verso un futuro di cui possano andare fieri le nuove generazioni, assurge quasi a obbligo morale per chi lo ama veramente, al di là e al di sopra di ogni posizione di parte, vuoi politica che di altra natura. Gli interventi, gli scritti, le manifestazioni e le battaglie sostenute da quel lontano 1950, rappresentano un “curriculum” di tutto rispetto e un punto d’onore di cui l’associazione va fiera, oltre ad un grato ricordo per i padri fondatori che misero il primo mattone del Campanin Russu seduti ai piedi della Torre di via S. Francesco d’Assisi, i cui nomi sono doverosi ricordare: Prof. Mario Garea, Ing. Carlo Nocelli, Dott. Vittorio Tega, Mario Fenoglio, Geom. Prospero Castello e Rag. G.B. Venturino. Vi aspettiamo anche per ricevere le vostre idee, i vostri progetti e quanto potremo fare, tutti insieme, per la nostra cara Varazze.

PASSA “LA SANREMO..”

Prendiamo lo spunto del passaggio della Milano Sanremo per fare un tuffo nel nostro specifico passato varazzino, quando la nostra città era il quartier generale delle migliori squadre che si allenavano in vista della “classicissima di primavera” che dava il via al calendario del ciclismo su strada e salutava con la “corsa al sole” l’arrivo della più bella stagione dell’anno. Ricorrono i nomi di Costante Girardengo, primo ospite dello sprinter e masseur Giuseppe Oliveri, Learco Guerra, Giacobbe, Di Paco, Pavesi, Rossignoli, per passare poi a Fausto Coppi, al Genovese di Bertullo, Fiorenzo Magni alla Pensione Anita, e via via gli altri grandi del pedale, da Koblet a Kubler, Toni Bevilacqua, Adolfo Leoni, Bahamontes, i fratelli Lazarides, ecc., corridori italiani e stranieri che hanno portato il nome di Varazze all’onore delle cronache europee. E il merito di questa preziosa pubblicità va anche ai nostri: Sandro Contini, G.B. Ferro (Ferbagio), Tino Delfino, giornalisti sempre sulla notizia, e alle sapienti mani di Giovanni e Gerolamo Craviotto, che con i loro massaggi “miracolosi”preparavano efficacemente i muscoli dei veltri e dei grimpeur. Quanti ricordi! Varazze echeggiava nelle cronache del gotha internazionale del ciclismo e tutta la città si sentiva partecipe di questa scelta che premiava il nostro clima, la sua attrezzatura alberghiera e la posizione strategica che ne faceva un luogo ideale per gli allenamenti nelle due riviere. Il ciclismo, allora sport principe, richiamava al passaggio della “Sanremo” gli appassionati delle due ruote lungo la via Aurelia, soprattutto nei punti dove le asperità rallentavano i corridori (per noi lo Sportigliolo e la salita dell’Uomo) a tifare a volte contro i regolamenti, per aggiungere ai “forza e alé” qualche amorevole spinta. Quell’atmosfera, tipica di altre generazioni, quando l’entusiasmo coinvolgeva grandi e piccoli, retaggio di una società più semplice e povera che aveva ancora un forte senso comunitario per gridare tutti insieme “sun là, sun là…”oggi non si respira più. I Tempi sono cambiati e il calcio, miliardario reclamizzato a tamburo battente, ha monopolizzato altre attenzioni, quasi a voler cancellare quelle facce impolverate e contratte dalla fatica che accompagnavano i “forzati della strada”, come qualcuno li battezzò. Per noi varazzini resta il ricordo e l’affetto per quel tipo di corsa e per quei volti, ormai quasi tutti scomparsi, che hanno fatto parte degli anni migliori di una vita che riprendeva slancio dopo la tragedia della guerra. “In buona parte quella Milano – Sanremo non c’è più, ma noi diciamo ancora “Viva la Sanremo ! E il 18 marzo saremo sul ciglio dell’Aurelia a gridare “sun là, sun là.”

IL GIORNO DEL RICORDO

Venerdì 10 febbraio u.s., nella Sala Congressi del Palasport, con il patrocinio del Comune di Varazze, si è svolta la manifestazione indetta per “Il Giorno del Ricordo”, con la partecipazione degli alunni di cinque classi della Scuola Secondaria di 1°grado (Media), i quali hanno rievocato il dramma degli italiani residenti in Dalmazia e nella Venezia Giulia/Istria, costretti ad abbandonare le loro case per le violenze seguite all’assegnazione di quei territori alla Jugoslavia nel 1945. L’orrore delle “foibe”, crepacci e grotte dove centinaia di cittadini inermi furono gettati (molti ancora vivi), soltanto perché italiani, comportarono un esodo di massa che colpì il cuore stesso della nazione, con smembramenti familiari e la ricerca di nuovi focolai dove poter ricominciare una vita, non sempre facile, in luoghi e città sconosciute della penisola. Due video forniti dalla scuola e alcune letture di alunni che hanno riportato le testimonianze dei sopravvissuti, ai quali ha fatto seguito l’intervento finale di Simone Cristicchi, il noto cantante già vincitore di un Festival di Sanremo, sono stati il punto focale di una manifestazione che vuole e deve essere una lezione di storia e di civiltà, come hanno stigmatizzato il Sindaco Alessandro Bozzano e l’Assessore alla Cultura Mariangela Calcagno, messaggio e testimone per le nuove generazioni affinché non abbiano più a ripetersi queste pagine di cieca violenza che degradano l’uomo e l’intera società, riportandola a istinti primordiali. La scuola dell’obbligo ha dato prova ancora una volta della propria sensibilità civica con questa numerosa partecipazione al “Giorno del Ricordo”, onore e merito dei solerti insegnanti ai quali va il plauso dell’intera comunità varazzina.

UN LIBRO SCRITTO COL CUORE

“EL ARCO IRIS” è il titolo di un libro che Antonio Rossello, savonese appassionato di storia e del sociale, non solo a livello locale, ha presentato, sabato 11 febbraio, alla Biblioteca “E. Montale” di Varazze, avvincendo il pubblico con una carrellata di motivi evidenziati nello stesso sottotitolo “Viaggio sentimentale e introspettivo che si snoda tra te terre di Liguria, Toscana e Umbria sullo sfondo di temi sociali e attuali”, un vero e appassionante viaggio nel tempo e nello spazio che ha visto riemergere personaggi a noi ben noti, come Lelio Speranza, partigiano dell’A.V.L. e protagonista della liberazione di Savona, nonché uno dei massimi esponenti del mondo sportivo provinciale e regionale. Accanto al caro amico di Rossello, sono usciti dalle pagine del libro altre piccole, commoventi storie raccolte a contatto con la gente umile, avvicinata per quel senso di cristianesimo operante di cui è permeata la personalità dell’autore, uomo che sa vedere il dolore che ci circonda e che ci chiede uno sguardo, un aiuto, la certezza della nostra attenzione. Storie che si dipanano in un percorso di azione e di fede, mai ostentata ma offerta come esempio non conclamato ma efficace, aggiungiamo noi, ascoltando le sue parole e questi suoi racconti. Antonio Rossello, ben conosciuto a Varazze, dove spesso ha portato il suo contributo di conoscenze nelle nostre scuole cittadine, con alle spalle un palmares di tutto rispetto (ha vinto il Premio Pannunzio), è stato “sollecitato” dalle domande del prof. Stefano Pastorino, ormai validissimo promotore di eventi culturali a tutto tondo, e presentato dall’Assessore alla Cultura Mariangela Calcagno, che ne ha ricalcato le doti umane e didattiche. Complimenti per questa nuova opera del Rossello che viene ad arricchire conoscenze e fatti che è doveroso conoscere per meglio comprendere la dinamica di un mondo difficile e complesso, ma che porta in sé i semi di una fratellanza che ci deve unire per un futuro migliore.

IL GEOPARK  INFORMA

“Il 2017 è stato individuato dall’ONU come “ANNO DEL TURISMO SOSTENIBILE PER LO SVILUPPO”; in tale contesto l’UNESCO GLOBAL GEOPARK” del Beigua, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sul contributo del turismo sostenibile allo sviluppo economico locale, stimolerà tutte le parti interessate a lavorare insieme per rendere il turismo un fattore positivo, in sintonia con la Rete Europea dei Geoparks (EGN) e la Rete Globale dei Geoparks (GGN). L’obiettivo è quello di pubblicizzare i Geoparks riconosciuti dall’UNESCO come destinazioni di eccellenza per il turismo sostenibile, nell’ambito del mercato internazionale del turismo, per accrescere la visibilità e l’attrattiva del patrimonio globale dei Geoparks tra i principali operatori nel settore del turismo, onde promuovere l’intero sistema internazionale degli Unesco Global Geoparks attraverso l’importante iniziativa promossa dalle Nazioni Unite e gestita dall’Organizzazione Mondiale del Turismo” . Questo il testo pubblicato dal notiziario Parco del Beigua, Gennaio – Marzo 2017, nel quale è presentato il programma delle manifestazioni che interessano il territorio che circoscrive il Geo Park e delle quali cittadini e ospiti possono venirne a conoscenza ritirando gratuitamente detto notiziario presso l’Ufficio Geopark di Varazze (piano terra del palazzo Beato Jacopo) ogni sabato pomeriggio e domenica mattina (ore d’ufficio) e, fuori di questi giorni, direttamente dal bancone dell’ufficio (self service) unitamente al materiale didattico ivi esposto. Aggiungiamo che siamo tutti interessati a questa importante iniziativa per la quale formuliamo i migliori auguri di successo offrendo la nostra globale collaborazione per i risvolti economici che deriveranno all’intero territorio del “padre Beigua”). In tale ottica U Campanin Russu e Il Giornalino di Varazze, come noto, hanno già varato un programma di allineamento agli sforzi conoscitivi del GeoPark del Beigua  attraverso il “Lûnäio de Väze 2017”, le cui illustrazioni evidenziano le bellezze di questo meraviglioso “Paradiso nostrano”.

DON DOMENICO  FERRARIS IL SALESIANO CHE  DISSE “NO”

In questo numero del Giornalino, su suggerimento di alcuni anziani che lo conobbero, riportiamo alla memoria don Domenico Ferraris, salesiano tutto d’un pezzo, insegnante al Collegio Civico Don Bosco di Varazze e Direttore dell’omonimo Oratorio negli anni del ventennio, durante i quali il sacerdote si oppose all’abolizione dei circoli cattolici voluta dal fascismo (la banda musicale Cardinal Cagliero ebbe la sede devastata e gli strumenti distrutti e gettati in mare) e che per tale suo atteggiamento ne patì le conseguenze. Il suo motto era “Frangar non flectar”e ne dimostrò tutta la coerenza durante le elezioni del 1931, allorché mise la sua scheda nell’urna del NO (le elezioni erano palesi), ricevendone all’uscita insulti e schiaffi. Fatto oggetto di continue minacce e intimidazioni, il sacerdote fu costretto a lasciare Varazze per altri istituti salesiani, nella costernazione dei suoi numerosi alunni e della popolazione, che ne stimava le doti di uomo e di educatore. Varazze non lo dimenticò mai e nel 1956 il Consiglio Comunale, all’unanimità, lo proclamò “Cittadino Onorario”. La delibera gli fu portata a Muzzano (Vercelli), dove, per l’età, si era ritirato e vi si spense nel 1964. Per vivo desiderio di Varazze la sua salma fu trasferita, dopo solenni funerali, nel nostro cimitero urbano. “Per Varazze ho speso la mia gioventù”, questo lo scritto inviato al Sindaco Antonio Baglietto quando don Ferraris ricevette la notizia della massima onorificenza cittadina. E fu una delegazione di suoi ex allievi che gli portò a Muzzano la pergamena con la delibera. Questo articolo vuole essere un dovuto omaggio ad un sacerdote che non abbassò il capo davanti alla violenza e al sopruso, esempio sempre attuale per le attuali e future generazioni.

I LIGURI “STIRPE DI EROI”

Così vengono descritti i nostri progenitori da Luigi Colli nel suo ultimo libro che porta appunto questo titolo, e le spiegazioni di detta onorifica classificazione le ha fornite lui stesso, sabato 18 febbraio u.s., presentando, nella Biblioteca “E. Montale” di Varazze, questa (per ora) ultima opera a un attento e scelto pubblico, su introduzione dell’Assessore alla Cultura Mariangela Calcagno. Ne è venuta fuori una storia lunga e affascinante, con interessanti aneddoti e richiami storici che hanno suffragato altrettante interessanti ipotesi che il Colli ha posto all’attenzione generale con indubbia capacità e un modo descrittivo capace e fluente. Le alleanze con Cartamine per difendere e allargare il proprio commercio nel Mediterraneo, minacciato dalla cupidigia romana, con precisi riferimenti alla “pulizia etnica” sofferta dalla “gens ligure” per stroncarne la resistenza di popolo “libero”, erroneamente considerato “selvaggio”; il senso del sacro nei riguardi della natura e altre notizie sulle radici (forse indo europee) dei nostri antenati, sono stati il collant di una forte e seria attenzione che ha premiato l’appassionato intervento dell’autore. Un libro ben articolato, costruito su fatti storici e intelligenti ipotesi, frutto di evidenti studi approfonditi, portano il lettore in un affascinante viaggio attraverso la genesi e la storia di questa “Stirpe di eroi”, che Luigi Colli, dopo il successo de “I Liguri”, continua a proporci per conoscere meglio anche noi stessi, eredi di tanta, ribadita civiltà. La presentazione de “I LIGURI STIRPE DI EROI” rientra nella rassegna di conoscenze letterarie promossa dalla Libreria “Mille righe” di Marina Piombo, in corso Colombo, iniziativa patrocinata dal Comune di Varazze - Assessorato alla cultura.

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